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Perché è importante proteggere l’Olivo?

Preservare la biodiversità degli uliveti ed il controllo delle infestanti sotto chioma

Simbolo chiave di tutta l’area mediterranea, l’olivo racchiude in sé storia, paesaggio, cultura e tradizioni, che nel corso dei secoli ha permesso di legare tra loro intere generazioni.

Nel tempo, però, l’olivo è diventata una coltura chiave dal punto di vista agricolo, offrendo prodotti ad alto valore commerciale e nutrizionale come l’olio extra vergine d’oliva che oggi rappresentano una delle eccellenze del Made in Italy.

L'olivo: una coltura da proteggere

Anche l’olivo, come le altre colture, per regalare i suoi frutti richiede attente cure da parte dell’olivicoltore sia a livello agronomico sia nella difesa dalle avversità.

Fra queste, appare fondamentale la pulizia del terreno dalle infestanti, meglio se ottenuto seguendo pratiche il più possibile sostenibili, come l’intervento “in banda”, che permette il massimo controllo delle infestanti lungo i sottochioma delle piante, preservando la necessaria biodiversità dell’uliveto grazie agli interfilari lasciati inerbiti. A conferma di come le pratiche di difesa delle colture, quando accurate e professionali, possono coesistere con le aspettative di tipo territoriale, paesaggistico e anche ambientale.

Oltre però alla competizione con la coltura per acqua e nutrienti, le malerbe possono essere anche serbatoi di patogeni e di vettori di malattie. In aggiunta a ciò, vi sono alcune infestanti di difficile controllo come Malva, Conyza e Lolium, la cui gestione si è resa nel tempo sempre più complessa in conseguenza di alcuni fenomeni di resistenza agli erbicidi sistemici.

L’eliminazione razionale delle infestanti è quindi un passo fondamentale per il mantenimento degli equilibri vegeto-produttivi e sanitari dell’olivo.