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Controllo integrato delle malerbe dei vigneti: l’incontro tra chimico e meccanico

L’approccio integrato come soluzione ottimale per la gestione della flora infestante nei sottochioma, alternando interventi di diserbo chimico ad altri di tipo meccanico o fisico.

Risolvere un problema nell’immediato è cosa buona. Meglio ancora se le soluzioni vengono adottate al fine di assicurare la corretta gestione del problema anche in ottica di lungo periodo. In tal senso, i diserbi del sottofila dei vigneti ben si prestano all’alternanza razionale di differenti modalità di controllo delle infestanti.

Se da un lato è infatti possibile contare su differenti soluzioni erbicide, sistemiche o residuali, dall’altro si possono trovare sul mercato molteplici attrezzature che possono integrare il lavoro dei diserbanti tramite un’azione di tipo meccanico o comunque fisico. Il tutto, rispettando il più possibile il terreno, evitando cioè di alterarne il profilo in profondità, anche per minimizzare i consumi di gasolio, spesso elevati quando si scelga di operare tramite macchine anziché erbicidi.

L’approccio più razionale risulta quindi essere quello integrato, in cui le differenti soluzioni vengono impiegate nei momenti più opportuni e con le modalità più consone all’ottenimento dei migliori risultati, a fronte dei minori impatti sul terreno e sull’ambiente.

Sebbene le lavorazioni meccaniche permettano infatti di minimizzare gli input chimici, a vantaggio per esempio delle acque superficiali, essi implicano consumi di carburanti molto più elevati rispetto a quelli dovuti ai diserbi chimici. Ciò produce maggiori emissioni di CO2 in atmosfera, dal momento che un chilo di gasolio si trasforma in oltre tre chili di anidride carbonica una volta combusto. Quindi, nel bilancio agroecologico complessivo di un’azienda vitivinicola anche tale punto va considerato adeguatamente.

Parimenti, anche la profondità di esecuzione dei lavori va minimizzata il più possibile. In primis per ridurre lo strato di terreno disturbato in termini di biodiversità, in secondo luogo, per non esporre il terreno stesso a eccessiva predisposizione all’erosione in caso di piogge. Fattore tutt’altro che trascurabile in aree collinari. Per contro, la lavorazione meccanica o fisica permette di controllare le infestanti con un’azione verso la quale è impossibile sviluppare resistenze.

Quindi, l’alternanza di erbicidi e di macchine è pratica consigliabile anche in tal senso. Molteplici sono le proposte del comparto, passando dai ruotini stellati ai rulli dentati, come pure a soluzioni basate sull’irrorazione del terreno con acqua ad alta pressione, fino a mille Bar, quindi senza uso di parti meccaniche in movimento.

In ogni caso, massima attenzione va prestata alla corretta esecuzione del lavoro, al fine di scongiurare danni alla coltura. Un discorso che vale per le macchine ma anche per molti erbicidi, i quali è bene vengano irrorati in modo da non coinvolgere le parti verdi della vite. Idealmente, a inizio primavera è possibile integrare o alternare erbicidi aventi caratteristiche differenti, come per esempio sistemici e residuali, al fine di ottenere velocemente la pulizia dei sottofila e garantendosela per alcuni mesi. In seguito, nei mesi estivi, possono subentrare le macchine, rifinendo il lavoro per via fisica in un momento in cui le piogge sono peraltro più scarse e la rinascita delle malerbe è più lenta.