Approfondimenti Ascenza - Coltivando il futuro
diserbo cereali - approfondimenti ascenza

Ascenza focus cereali: le nostre soluzioni contro la flora infestante

Le tecniche di agricoltura conservativa sono diffuse in Italia soprattutto fra i cerealicoltori del centro sud collinare, portano con sé indubbi vantaggi economici e ambientali, richiedono però anche una gestione accorta della flora infestante.

Minime lavorazioni e semina su sodo

La pratica delle minime lavorazioni e quella della semina su sodo possono risultare vantaggiose in specifiche colture e in particolari areali di coltivazione (non a caso sono ampiamente diffuse oltreoceano nella coltivazione di mais, soia e colza, seminate su estensioni tali da massimizzare i benefici delle economie di scala che tali tecniche comportano).
Anche in Italia possono risultare interessanti in determinate aree di coltivazione dei cereali a paglia, come per esempio quelle collinari del centro e del sud del Paese. In tal caso, oltre ai risparmi economici entrano in gioco aspetti ambientali di particolare rilevanza.

I vantaggi dell’agricoltura conservativa

Fra i pregi della semina sul sodo vi è innanzitutto il forte risparmio di carburante, il quale può giungere sino al 50% dei consumi che normalmente sì realizzano seguendo tecniche di agricoltura convenzionale, cioè quelle che prevedano arature ed erpicature prima della semina.
La riduzione dei consumi è dovuta principalmente ai minori passaggi in campo delle macchine agricole, soprattutto di quelli che comportano alti assorbimenti di potenza come appunto l’aratura.

Il vantaggio diviene anche di tipo ambientale, nel senso del contrasto ai cambiamenti climatici (basti pensare che ogni chilo di gasolio, una volta bruciato, comporta oltre 3 kg di anidride carbonica immessa in atmosfera).
Gli aspetti ambientali non si limitano però alle emissioni di gas serra: nei cereali a paglia, per esempio, la tecnica della semina su sodo è particolarmente diffusa nelle aree collinari delle regioni centro italiane. Questo è stato reso necessario dall’esigenza di contrastare i fenomeni erosivi che normalmente si verificano sui terreni in pendenza, in special modo se oggetto di lavorazioni profonde. Queste, oltre a decompattare il terreno, depauperano infatti la percentuale di sostanza organica presente nello strato coltivato, il cui rivoltamento la espone a una più spinta ossidazione. Com’è noto, la sostanza organica contribuisce non solo alla fertilità del terreno bensì anche alla sua capacità di assorbire acqua e di dare una struttura più solida e stabile alla matrice inorganica. Il tutto va quindi a vantaggio anche di una maggiore resistenza ai fenomeni erosivi dovuti a vento e piogge.

A conferma, da alcune prove comparative svolte nella Regione Marche, per una durata pluridecennale, è emerso come la semina su sodo abbia comportato un progressivo aumento della sostanza organica rispetto alle parcelle soggette a lavorazioni tradizionali.

Le criticità delle tecniche conservative

La semina su sodo presenta comunque alcuni aspetti che devono essere debitamente tenuti in conto prima di applicare questa pratica nei propri campi. Fra gli svantaggi della semina diretta vi è per esempio la gestione di alcune avversità. L’aratura permette infatti di esercitare una pressione ostativa su semi di malerbe e spore di patogeni che normalmente risiedono in superficie durante i mesi estivi, prima cioè che avvenga la semina dei cereali.
Inoltre, il cotico erboso che normalmente si sviluppa in assenza di coltura va eliminato con un trattamento a base di erbicidi totali, come per esempio glifosate. Questo al fine di permettere alle seminatrici appositamente dedicate di espletare al meglio la propria funzione. Tali seminatrici sono infatti capaci di incidere il terreno chirurgicamente, depositando il seme e richiudendo l’incisione con appositi ruotini. La presenza di un eccesso di residui culturali o di cotico erboso risulta quindi di ostacolo a tale procedura.
Per contro la semina su sodo mantiene in superficie eventuali semi di colture in precessione, la cui emergenza fuori tempo ne causa quindi il veloce esaurimento degli stock di semi.

Le soluzioni di Ascenza contro la flora infestante

Non mancano però gli strumenti per controllare la flora spontanea. Fra gli erbicidi, per esempio, si possono utilizzare soluzioni di post-emergenza, precoce e non, capaci di controllare un ampio spettro di malerbe. In tale segmento di mercato Ascenza Italia ha strutturato un catalogo di erbicidi impiegabili su cereali, sia che essi vengano seminati dopo le lavorazioni tradizionali, sia che si tratti di campi coltivati tramite le tecniche di minime lavorazioni o di semina diretta.

Post-emergenza precoce

Per esempio, è possibile intervenire nelle fasi di prima emergenza delle malerbe, cioè in post-emergenza precoce, allo stadio di una o due foglie vere. In tal caso si presta ottimamente la miscela di Taisen 800 EC (prosulfocarb) e di Joystick. Soluzione completa, quest’ultima, essendo basata sulla presenza di tre differenti sostanze attive: diflufenican, florasulam e iodosulfuron metile. La selettività verso la coltura di Joystick è garantita dalla presenza dell’antidoto agronomico cloquintocet mexyl.
Tale miscela è in grado di controllare un ampio spettro di malerbe, incluse quelle difficili, di sostituzione, nonché quelle divenute nel tempo resistenti agli inibitori della sintesi degli aminoacidi. Fra le malerbe più significative che infestano i cereali a paglia, la miscela Taisen 800 EC + Joystick controlla perfettamente infestanti quali Galium aparine, Veronica spp., papavero, borsa del pastore, camomilla e crucifere, a cui si aggiunge l’attività estremamente efficace di Taisen su Lolium. Tale soluzione rappresenta una scelta di una strategia semplificata ed efficace, creando un controllo totale delle infestanti.

Post-emergenza classica

In caso non sia stato possibile, o non si sia ritenuto opportuno, intervenire in post-emergenza precoce, è pur sempre possibile applicare specifici erbicidi anche in post-emergenza piena, cioè a fine inverno. Le soluzioni proposte da Ascenza Italia vedono ancora Joystick, ad azione prevalentemente dicotiledonicida, abbinato a Grims 10 (prodotto a base di clodinafop) oppure ad altri partners di post emergenza presenti sul mercato.
L’obiettivo è proporre una soluzione completa e risolutiva dove ogni principio attivo possa lavorare direttamente e in sinergia con gli altri partners e garantire un terreno sgombro da infestanti.
Circa i tempi di intervento, l’applicazione di post-emergenza classica può essere effettuata a partire dalla terza foglia della coltura sino a fine accestimento.